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mercoledì 31 luglio 2013

ANDREA, IL 'RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA' SUICIDA PERCHÉ DERISO. I COMPAGNI DAL PM


ROMA - Sono stati convocati negli uffici di Piazzale Clodio, i compagni di classe di Andrea, il ragazzo che lo scorso 20 novembre, a soli 15 anni, si era stretto una sciarpa intorno al collo lasciandosi poi soffocare sulla rampa delle scale di casa. 
Sono stati sentiti come persone informate sui fatti dal pubblico ministero Pantaleo Polifemo, titolare del fascicolo coordinato dall'aggiunto Pierfilippo Laviani. A rispondere alle domande del magistrato, per il momento, si sono presentati due studenti del liceo scientifico Cavour: la ragazzina che per ultima avrebbe parlato al telefono con Andrea, poche ore prima del suo suicidio, e un compagno che aveva raccontato che il ragazzo, qualche settimana prima, aveva già tentato di farla finita.Si tratta dei primi interrogatori svolti nell'ambito dell'inchiesta aperta dalla Procura di Roma dopo la morte del «ragazzo dai pantaloni rosa», come lo avevano soprannominato tra i banchi di scuola. E che potrebbero portare ad una svolta nelle indagini. Attualmente l'ipotesi di reato è istigazione al suicidio e gli inquirenti avrebbero già in programma altre audizione.
I PUNTI OSCURIRestano tanti i punti da chiarire della vicenda, per capire se qualcuno abbia spinto Andrea a togliersi la vita, e per stabilire se quella morte potesse essere evitata. Una pista d'indagine alternativa è stata proposta poco tempo fa dall'avvocato Eugenio Pini, difensore dei familiari della vittima, che ha presentato una denuncia in Procura in cui sostiene che il reato da perseguire sia ”morte come conseguenza di un altro reato”: ovvero diffamazione ripetuta. Andrea, infatti, sarebbe stato preso in giro per mesi, forse tra le mura del liceo Cavour. A dimostrarlo ci sarebbero parecchi indizi, già agli atti dell'inchiesta, indizi disseminati tra i corridoi della scuola e, almeno in un caso, fatti sparire. Come la scritta sul muro esterno del liceo (non fidatevi del ragazzo con i pantaloni rosa, è frocio) che era stata coperta con una passata di vernice bianca. E un'altra scritta omofoba trovata proprio dentro alla classe frequentata dal ragazzino: una frase (Andrea frocio) calcata a pennarello su uno dei banchi, già sequestrato dagli inquirenti.
LE UNGHIE LACCATEL'ipotesi di diffamazione potrebbe essere confermata anche dall'esistenza della pagina Facebook, ora censurata e non visualizzabile sul web, in cui era stata pubblicata una fotografia scattata a Carnevale che ritraeva Andrea vestito da donna. La compagna di classe della vittima ascoltata nei giorni scorsi dai magistrati, sarebbe una delle fondatrici del gruppo Facebook. Il sito internet era intitolato con il soprannome affibbiato al ragazzino, «il ragazzo dai pantaloni rosa»: un nomignolo ispirato da un paio di jeans chiari, tinti da una lavatrice caricata con un lavaggio sbagliato e diventati rosa, come le unghie che Andrea aveva pitturato con lo smalto solo per evitare di mangiarsele, perché amava suonare il pianoforte.Un compagno di scuola, il giorno dopo la morte, aveva telefonato in lacrime alla help-gayline raccontando che al liceo prendevano in giro Andrea per le unghie laccate. Ma la mamma di Andrea ha sempre detto che il suo ragazzo non era gay.

ALESSANDRO, ACCOLTELLATO A MORTE DAL PAPÀ: UN'AGONIA DI TRE MINUTI. "HA SOFFERTO"


VENEZIA – Tre minuti di agonia prima di esalare l’ultimo respiro. È quanto risulta dall’autopsia eseguita su incarico del sostituto procuratore Francesca Crupi lunedì pomeriggio all'obitorio di Mestre dal medico legale Silvano Zancato sul corpo di Alessandro Minto. L’esame ha dunque confermato quanto già emerso a seguito del primo esame esterno sulla salma subito dopo l'omicidio in casa Minto, al civico 37 di via 1. Maggio a Campagna Lupia.

COLTELLO DA CUCINA A uccidere il giovane è stato un unico fendente tirato dritto al cuore dal padre Guerrino con un coltello da cucina con una lama da 30 centimetri posato sulla tavola attorno alla quale padre e figlio erano seduti venerdì scorso alle 12.20 per consumare il pranzo.LITE IN FAMIGLIA Niente di premeditato, dunque. Tra i due, per motivi di denaro, erano volate parole grosse e forse Alessandro, dopo avere rotto un piatto per la rabbia, aveva tentato di mettere le mani addosso al genitore. Sarebbe stato proprio questo gesto a scatenare in Guerrino la reazione violenta e incontrollabile. Annebbiato dalla collera ha afferrato il coltello, impugnando il manico con la punta verso l'esterno della mano destra e ha inferto al figlio un forte fendente, formando una specie di traiettoria da sinistra a destra."AVEVO PAURA" «La reazione di Alessandro mi aveva messo paura», aveva detto Guerrino ai carabinieri di Campagna Lupia nelle fasi del primo interrogatorio effettuato in caserma circa due ore dopo il delitto. Guerrino Minto comunque dovrà restare in carcere e, al contrario di quello che si andava dicendo in paese, il giudice per le indagini preliminari di Venezia, Marta Paccagnella, non ha concesso all'uomo gli arresti domiciliari, nonostante abbia già superato i 70 anni.Ieri mattina l'Autorità Giudiziaria ha concesso il nulla osta per la sepoltura.FUNERALI Toccherà alla madre del ragazzo, Lucia Lacezara, decidere le modalità delle esequie. In un primo momento avrebbe optato per i funerali da effettuare a Mestre, ma poi ha deciso che gli stessi vengano fatti a Campagna Lupia, il paese in cui dall'età di dieci anni Alessandro aveva scelto di vivere e nel quale ha tutti i suoi amici, compresa l’adorata fidanzata Jessica.


martedì 30 luglio 2013

REFLUSSO GASTRICO? SESSO ORALE ALMENO DUE VOLTE LA SETTIMANA...

 CALIFORNIA (Stati Uniti)- Spesso, per curare una malattia, le persone ricorrono a metodi poco ortodossi, suggeriti dagli amici, familiari, o presi da qualche sito web. Ma ci sono anche persone che invece decidono di rivolgersi ad un medico per curare un loro problema, usando terapie e farmaci. Tuttavia, non sempre i medici sono competenti o esperti: spesso si sente parlare di dottori che perdono il loro lavoro perché  non sono in grado di capire o curare un male. Un caso di questo genere è accaduto a Sacramento, California, dove un medico è stato sospeso dai suoi esercizi dopo aver suggerito cure poco usuali. Infatti, pare che il dottor Zegarra, tale è il suo nome, avesse proposto ad una sua paziente di curare il reflusso gastrico facendo sesso orale con il proprio marito almeno due volte alla settimana.
La donna, che soffriva di questo disturbo da tempo, avrebbe tentato questo metodo di cura;  ma dopo il fallimento, si sarebbe lamentata con la commissione medica della condotta del dottore. Rispondendo all’accusa, il dottore avrebbe ammesso che si era trattato di uno scherzo, tuttavia la sua sospensione fa pensare a qualcosa di più serio. Stando ad alcune indagini fatte, risulta che Zegarra avesse già avuto altre due denunce di questo genere, entrambe cancellate misteriosamente. Il consiglio che si può dedurre da ciò è quello di diffidare dei metodi poco usuali, che siano presi da Internet o prescritti da un dottore; a volte la via più scontata è anche quella più sicura!

NINFOMANE HA ALMENO 5 RAPPORTI AL GIORNO DA 10 ANNI MA RIFIUTA OGNI CURA



GERMANIA – Avete mai conosciuto una persona malata che rinuncia a curarsi dalla sua malattia?! Beh, è anche vero che dipende da che tipo di malattia si è affetti: in questo caso, una ragazza tedesca di 26 anni di nome Arabella, ha rifiutato una terapia per guarire dalla ninfomania. La giovane, secondo quanto riportato dal prestigioso Bild, necessita in continuazione di fare sesso, ed ora è entrata nel mondo del porno.
La ragazza è stata intervistata, ed ha dichiarato di aver deciso di non volersi curare dalla malattia, che non gli permette neanche di vivere una relazione d’amore normale, poiché quotidianamente si ritrova a voler far sesso con chiunque gli capiti. Addirittura, ha dichiarato di dover far sesso almeno cinque volte al giorno.
Questa dipendenza ha iniziato a prendere piede in lei sin da quando aveva solo 16 anni, dunque circa 10 anni fa. A quei tempi, il suo fidanzato era molto contento del fatto che lei volesse sempre avere dei rapporti sessuali, ma alla fine neanche lui riuscì a tenere i suoi ritmi. Inizialmente riteneva fosse divertente, ma lei voleva sempre di più. Proprio per questo, ora, Arabella è entrata nel mondo del porno.
Ora, infatti, la ragazza sta provando a sopperire questa sua continua voglia di sesso con la carriera da pornodiva, anche se non gli basta neanche questo, infatti quando torna a casa dal lavoro ha ancora bisogno di avere un rapporto sessuale.

DURANTE UN RAPPORTO SESSUALE RIMANE INCASTRATA NELLA RINGHIERA

LIPETSK (Russia) – Immaginatevi la scena: un uomo chiama i soccorsi, perché ha notato la vicina di casa”incastrata” sulla ringhiera delle scale, e la polizia e i soccorritori accorrono sul posto, trovandosi di fronte una scena quasi surreale: la 46enne russa stava facendo sesso sulle scale, e così era completamente nuda con la testa imprigionata sulla ringhiera.Una scena forte, davvero incredibile, e la donna era ancora in ginocchio sulle scale, impossibilitata dal liberarsi. Ci troviamo a Lipetsk, una città della Russia europea: i soccorritori, fortunatamente, sono riusciti dopo pochi minuti a liberare la donna. Dopodiché, lei stessa ha spiegato che fino a qualche minuto prima stava facendo sesso sulle scale con il compagno, che però, non si sa perché, l’ha lasciata sola.Secondo quanto dichiarato da Alexei Dotsenko, uno dei soccorritori, in tutto il tempo che ha lavorato in questo ambito, non ha mai assistito a un incidente come questo! Certo, va bene cercare di aggiungere un po’ di originalità al rapporto con il proprio partner, ma arrivare a rimanere incastrati su una ringhiera è veramente troppo!

SALERNO, TENTA DI DARE FUOCO ALLA EX CON LA BENZINA: ARRESTATO UN 24ENNE

SALERNO - Tenta di dar fuoco alla ex fidanzata gettandole addosso della benzina. È accaduto nella tarda serata di ieri davanti ad un bar di Pagani (Salerno) dove Michele Napolano24 anni ha affrontato l'ex convivente di 23 anni, armato di una bottiglietta contenente il liquido infiammabile.

Non è riuscito, anche per l'intervento di un conoscente della donna, a darle fuoco. A quanto si è appreso i due convivevano fino ad alcuni giorni fa in una abitazione di Scafati (Salerno). Il giovane è stato tratto in arresto dai carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera inferiore (Salerno).

DONNA ANNUNCIA IL SUICIDIO SU FACEBOOK. IL MARITO LA TROVA IMPICCATA A UN ALBERO

CARRARA - Ha annunciato la sua decisione di farla finita sul proprio profilo Facebook oggi alle 13.

Un'ora e mezzo dopo è stata trovata cadavere dal marito, impiccata ad un albero del giardino. È successo a Carrara, protagonista una donna di43 anni.
Secondo la polizia, la donna era malata ma a influire sul suo stato psichico sarebbe stata la crisi del suo matrimonio e la presenza di una terza persona nella sua vita. Una volta postato il suo addio, gli amici hanno cominciato a commentarlo esortandola a ragionare.
«Sono stata in chat con lei fino a tardi stanotte ma non sono riuscita acalmarla», scrive alla pagina fb una sua amica. Dopo la pubblicazione dell'ultimo messaggio della donna però nessuna chiamata è arrivata alla polizia. Le indagini sono affidate al commissariato di Carrara che è intervenuto sul posto con il dirigente Paolo Giuseppe Mariani.

MOLLATO DALLA RAGAZZA, PER VENDETTA ACCOLTELLA E BASTONA IL SUO CANE

LA PAZ - Un tremendo caso di maltrattamento di animali viene segnalato dal Messico, da La Paz per la precisione.
Come viene scritto su Geapress, un ragazzo, per vendicarsi della separazione con la sua fidanzata, ha deciso di scaricare tutta la sua 'rabbia' sul povero cagnolino che avevano cresciuto in comune.
Il povero animale sarebbe stato prima colpito ripetutamente con una mazza, poi accoltellato e infine gettato all'interno di un campo desolato e abbandonato, moribondo e parzialmente cieco.
Questo caso, in Messico, sta creando non poco scalpore, tanto che la stampa locale sta dedicando uno spazio molto ampio su tutte le pagine dei quotidiani.
Fortunatamente la storia di questo cagnolino ha avuto un lieto fine: una ragazza si è accorta dei lamenti dell'animale e ha deciso di accudirlo e  adottarlo.

lunedì 29 luglio 2013

UOMO O ROBOT ?


SENZA PAROLE

INCREDIBILE MA E' UN UOMO O UN ROBOT?



IRPINIA, PULLMAN PRECIPITA DA VIADOTTO DELLA A16 ALMENO 38 MORTI. 10 FERITI, TRA CUI 5 BIMBI

AVELLINO - Almeno 38 morti e dieci feriti. È questo il bilancio dell'incidente avvenuto ieri sera intorno alle 20.30 su un viadotto della A16 Napoli-Canosa, nella zona di Monteforte Irpino (Avellino). Un pullman con a bordo una cinquantina di persone, tra le quali numerosi bambini, è piombato su varie auto incolonnate, quindi ha sfondato il guardrail e con un volo di 25-30 metri è precipitato nella scarpata sottostante. La gita. Il pullman, un Granturismo organizzato dalla società Mondotravel, era partito da Telese Terme (Avellino) ed era diretto nel Napoletano. I passeggeri venivano da Giugliano in Campania, Mugnano di Napoli e Marano ed erano stati tra l'altro a Pietrelcina, paese natale di Padre Pio, in provincia di Benevento. Si conoscevano quasi tutti e andavano spesso in gita. Tra le vittime c'è anche l'autista.

sabato 27 luglio 2013

CASSIDY, LA RAGAZZA NATA SENZA NASO E OCCHI. "PER I MEDICI IL SUO CASO È UN MISTERO"

INDIANAPOLIS - Una maledizione che la afflige fin dalla nascita. Cassidy Hooper, adesso 17enne, è una ragazza dell'Indiana, nata senza il naso e gli occhi. Per i medici è ancora un mistero la causa che ha portato a questa malformazione, visto che la giovane non presenza alcun segno di sindromi particolari, con cuore e cervello che sono perfettamente funzionanti.

IL NASO All'età di 14 anni Cassidy si è sottoposta alla prima operazione chirurgica che le restituirà il naso. Il primo passo di un percorso che dovrebbe restituire a questa ragazza un viso 'completo'. Tra qualche mese la 17enne tornerà sotto i ferri, con i medici che asporteranno un pezzo di costola per produrre il setto nasale, che verrà ricoperto con un lembo di pelle prelevato dalla fronte. Per gli occhi purtroppo non sono molte le possibilità della medicina, visto che al viso di Cassidy mancano entrambi i bulbi oculari. L'unica soluzione sarebbe quella di impiantare delle protesi dotate di videocamera, un'operazione effettuata in America, ma ancora in fase di sperimentazione e con dei costi elevatissimi.

venerdì 26 luglio 2013

SVIZZERA CHOC, MAESTRO D'ASILO CONFESSA: "HO VIOLENTATO 7 BAMBINE, UNA DI 18 MESI"

Un maestro d'asilo di 31 anni, in carcere dal 2011, ha riconosciuto di aver violentato sette bambine di età compresa fra i 18 mesi e i sei anni. Lo scrive il giornale svizzero Zuecher Oberland. L'indagine, che sta per essere terminata, ha dimostrato che l'uomo aveva violentato non quattro bambine, come inizialmente creduto, ma sette. Quattro delle vittime erano bimbe che gli erano state affidate mentre lavorava in un giardino d'infanzia a Volketswil, non lontano da Zurigo, che oggi è chiuso.

L'uomo, la cui identità non è stata rivelata, è stato arrestato nel marzo 2011, dopo che la polizia è stata avvertita dalla cellula di coordinamento nazionale della lotta contro la criminalità su internet che possedeva film pornografici che avevano bambini come protagonisti. Il maestro d'asilo aveva all'inizio confessato di aver violentato una bimba di due anni e mezzo e di aver scattato foto e girato video con lei. Nel corso dell'inchiesta ha confessato altri stupri. L'uomo offriva regalini e caramelle alle piccole perchè non parlassero dei loro «giochi segreti» con i familiari.

CINA, COPPIA LITIGA E SI SPOGLIA IN STRADA: UN PASSANTE LI RIPRENDE TUTTI NUDI

GUANGDONG (CINA) - Fuori dalle proprie vesti per la rabbia. E' successo a una coppia cinese della provinca del Guangdong, nella Cina meridionale. I fidanzati hanno litigato e si sono spogliati in mezzo a una strada trafficata. Furiosi e nudi nel vero senso della parola.
Una persona che ha assistito a tutta la scena ha scattato le foto del litigio tra i due con il cellulare.
Secondo quanto riporta The Huffington Post, i due hanno cominciato a discutere sul marciapiede per poi spostarsi in mezzo alla strada, impedendo cosi alle vetture di circolare. Poco dopo la coppia ha fatto pace.

GIANANGELA, TORTURATA CON L'ASCIA DALL'EX MARITO DOPO LA LITE PER GLI ALIMENTI

TREVISO - Braccato. In fuga da più di 24 ore. I carabinieri stanno setacciando tutta la provincia a caccia di Stefano Rizzo, 54 anni, impiegato di Asco Tlc, responsabile di una brutale aggressione ai danni dell'ex moglie, Gianangela Gigliotti, coetanea, impiegata amministrativa dell' Usl 7 di Conegliano. La donna è stata assalita dall'ex marito nel soggiorno dell’abitazione dove risiede, in via Vecchia Trevigiana a Parè e colpita più volte con una mannaia o un grosso coltello. L'uomo le ha tranciato tre dita della mano, procurandole ferite gravissime. Poi è scappato lasciandola agonizzante in un lago di sangue.

Rizzo deve ora rispondere di tentato omicidio, ma è scomparso nel nulla. Potrebbe essere nascosto, e non a caso durante tutta la giornata di ieri l'area del coneglianese è stata sorvolata dagli elicotteri. Ma può anche aver tentato una fuga disperata all'estero al volante dell'auto aziendale che utilizzava, un'utilitaria bianca notata pure da alcuni testimoni.

L'ex moglie, salvata dal figlio Federico di 22 anni e dai carabinieri, allertati da un amico della donna, ha rischiato di morire per dissanguamento: i medici del Suem l’hanno trasportata all’ospedale di Conegliano per poi trasferirla al Ca’ Foncello di Treviso dove si trova ricoverata in prognosi riservata.

Gianangela Gigliotti è attualmente fuori pericolo e, non appena i medici daranno il loro assenso, sarà acquisita la sua testimonianza sull’accaduto. Adesso però l'obiettivo prioritario degli investigatori, coordinati in questa indagine dal pm Barbara Sabbatini, è quello dirintracciare il responsabile.

Il raptus di violenza di Stefano Rizzo sarebbe avvenuto al culmine di una furibonda lite con l'ex compagna per motivi legati agli alimenti che l'uomo deve versare alla donna e al figlio. I coniugi sono separati da circa due anni e non si incontravano da mesi: a gestire quella che sembrava una separazione civile, in tutti i sensi, erano stati finora gli avvocati.

L'uomo, negli ultimi anni, si era peraltro rifatto una vita con una nuova compagna. Dall’unione è nato un bimbo di pochi mesi: pare che proprio questa svolta avesse spinto Rizzo a chiedere all’ex moglie di rivedere al ribasso le quote versate per gli alimenti.

L'incontro tra i due, mercoledì sera, aveva proprio questo scopo. Gli animi però si sono surriscaldati e si è materializzato il dramma. Stefano Rizzo ha colpito la donna con vari fendenti al collo, alle mani e alle braccia: forse il 54enne ha utilizzato un'accetta o un grosso coltello.

L'arma, è stato poi accertato dalla scientifica dei carabinieri, all'interno dell'appartamento non c’era. L'uomo, dopo aver lasciato l'ex moglie sul pavimento del soggiorno in un lago di sangue, è subito fuggito facendo perdere le proprie tracce. 

Per Gianangela Gigliotti il destino sembrava segnato, condannata a una lenta agonia per dissanguamento. Per sua fortuna un amico, quasi certamente a conoscenza dell’incontro di quella sera, non riuscendo più a contattarla si è insospettito e ha chiesto l’intervento dei carabinieri.

I militari sono giunti sul posto verso mezzanotte. Qualche minuto dopo sono stati raggiunti anche dal figlio che stava rincasando. Il giovane, senza chiavi, ha suonato più volte il campanello ma, non ricevendo risposta, è entrato attraverso una finestra aperta. Sul pavimento del soggiorno la tragica scoperta: la madre agonizzante e, attorno a lei, un lago di sangue. Sul posto sono immediatamente arrivati i medici del Suem. Ma il compito più gravoso adesso ce l’hanno i carabinieri ai quali spetta il compito di rintracciare e catturare l'autore della mattanza, prima che possa far del male a se stesso.

mercoledì 24 luglio 2013

MAMMA LASCIA PER 8 MESI IL FIGLIO MORTO NELLA CULLA

Date le numerosissime vicende di omicidio tra mamma e figlio riscontrate finora, siamo abituati a tutto, ma sentire ancora di episodi simili spesso ci fa ancora rabbrividire, soprattutto per le modalità: in questo caso, la protagonista si chiama Kimberly Hainey, una mamma che è stata accusata di aver ucciso suo figlio, di soli 2 anni, e di averlo lasciato nella culla morto per ben otto mesi.
La donna ha 37 anni, e la vicenda si è svolta a Glasgow, in Scozia. Si tratta di unatossicodipendente, che era già nota al quartiere per lasciare il bimbo solo a casa senza cibo né acqua, o per averlo lasciato con il pannolino sporco per intere settimane. Il piccolo si chiamavaDeclan, e la sua unica colpa è stata quella di esser nato sotto la stella sbagliata.
Quando un giorno, proprio per le cause sopra elencate, il piccolo è tragicamente morto, la Hainey non ha denunciato il fatto, e la polizia ha trovato mesi dopo il corpicino del piccolo quasimummificato e in stato avanzato di decomposizione, parlando di una realtà indescrivibile, “molto peggiore di quanto si legge sui giornali”.

POLIZIOTTO ARRESTA L’EX-FIDANZATA 70 VOLTE IN 6 ANNI

In Italia più di 100 donne sono state uccise nel corso del 2012, spesso per mano dei loro ex compagni. Katie Bowan, 24 anni, è fortunatamente ancora viva ma è stata vittima di un bullismo davvero odioso e infantile da parte del suo ex marito.
La giovane donna inglese, dopo aver lasciato suo marito, un agente di polizia, è stata fermata 70 volte in 6 anni (54 volte solo nel 2007, l’anno della rottura con il suo ex). Ogni volta la giovane è stata arrestata per presunti reati, come guida in stato di ebbrezza o aggressione a pubblico ufficiale. Questo insolito accanimento da parte della polizia, secondo Katie, non può che spiegarsi in un modo molto semplice: è la vendetta, peraltro molto scorretta, di Alexander Ash, agente della Thames Valley Police di High Wycombe, Buckinghamshire, nel sud dell’Inghilterra.
Almeno in 10 occasioni, secondo le investigazioni private della donna, le denunce sono state presentate da un amico di Ash. Ora la giovane donna, a cui è stata peraltro sequestrata l’auto 8 volte, intende sporgere denuncia.
“Nei primi tempi Katie riusciva a malapena ad uscire di casa senza essere fermata. La sua vita è stata resa un vero inferno da una banda  … una banda in uniforme della polizia” ha raccontato il padre di Katie, Brian Bowman. La polizia di Thames Valley invece fa sapere che “le accuse di molestie da parte della signora Bowman di molestie sono infondate”.

ECCO A VOI 'L'ONDA DELLA MORTE': LA LUCE BLU PASSA DA CELLULA A CELLULA E SPEGNE LA VITA


ROMA - Svelato il mistero della morte. Al momento della morte un'onda di luce fluorescente azzurra si sprigiona dalle cellule e, da una cellula all'altra, si propaga nell'intero organismo: lo ha scoperto una ricerca internazionale che per la prima volta ha fotografato «l'onda della morte».
Descritta sulla rivista PLoS Biology, l'onda azzurra della morte è stata fotografata in un organismo semplice come un verme, da un gruppo coordinato dal britannico University College London.
SI DIFFONDE NEL CORPO Il fenomeno per la prima volta può aiutare a comprendere come la morte cellulare si diffonde in tutto il corpo, anche dell'uomo, dal momento che i meccanismi cellulari nei mammiferi sono simili a quelli dei vermi. Inoltre, la scommessa di questa ricerca è identificare i geni che controllano l'invecchiamento e le malattie collegate. Quando le singole cellule muoiono si innesca una reazione chimica a catena che porta alla rottura dei componenti cellulari e a un accumulo di detriti molecolari. Ma se queste reazioni sono ben comprese a livello cellulare, si sa molto poco invece, su come la morte raggiunge tutte le cellule dell'organismo. Il sopraggiungere della morte è stato osservato al microscopio in uno degli organismi più semplici e studiati nei laboratori di biologia e genetica: il minuscolo verme Caenorhabditis elegans. La morte appare come un'onda fluorescente azzurra che si diffonde in tutte le cellule del verme. Un effetto, questo, che dipende da una sostanza chiamata acido antranilico e la sua diffusione avviene tramite il calcio, che agisce come un messaggero di cellula in cellula. Inizialmente si sospettava che la fonte della fluorescenza blu fosse una sostanza chiamata lipofuscina, che emette luce di un colore simile ed è anche collegata all'invecchiamento perchè si accumula con l'età creando danni molecolari. Ma poi è stato osservato che la lipofuscina non è coinvolta.
MORTE IRREVERSIBILE I ricercatori hanno anche provato a bloccare il percorso chimico che propaga la morte cellulare ma sono riusciti a ritardare solo la morte indotta da uno stress come un'infezione e non la morte per vecchiaia. Ciò suggerisce, secondo il coordinatore del lavoro, David Gems, che la morte dovuta a un'infezione è più facile da rallentare perchè è innescata da un numero minore di processi, mentre la morte dovuta all'invecchiamento è più difficile da ritardare perchè è innescata da molti processi che agiscono in parallelo e che sono più difficili da combattere. «Dobbiamo concentrarci sugli eventi biologici che si verificano durante l'invecchiamento e la morte; ha concluso Gems - per comprendere correttamente come interrompere questi processi».

RUBA CELLULARE E PC IN OSPEDALE A UNA BIMBA LEUCEMICA: ARRESTATA 44ENNE

PADOVA - È stata fermata dalla polizia l'altra sera mentre tentava di uscire dall'ospedale di Padova dopo aver rubato un telefono cellulare ed un pc portatile ad una ragazzina ricoverata nel reparto di oncoematologia pediatrica. Daniela Bertelli, 44 anni, vicentina, originaria di Thiene, ma di fatto senza fissa dimora e disoccupata, è stata processata ieri mattina per direttissima. Il tribunale l'ha condannata a scontare un anno di carcere e al pagamento di 300 euro di multa, poi è stata tradotta nel carcere veronese di Montorio.

La Bertelli, che ha alle spalle una lunga serie di arresti e denunce sempre per furto, ha messo in atto il suo deprecabile gesto ai danni di una ragazzina di 10 anni costretta in ospedale da una gravissima malattia. Un raid ai danni dei più deboli, alla quale la 44enne non è peraltro nuova, e senza alcun riguardo per le conseguenze sulla piccola paziente. Oltre alla presenza dei genitori e del personale del reparto, unico svago della bambina un computer con cui trascorrere parte delle ore della sua lunga giornata di cure. Erano circa le 22 quando la madre della piccola si è assentata per qualche minuto dalla stanza della figlia per recarsi nell'atrio del reparto.


Daniela Bertelli, che si aggirava in corsia in cerca dell'occasione giusta, ha approfittato della breve uscita ed è entrata nella stanza della ragazzina. Ha arraffato il computer e un telefono cellulare ma la piccola, che non dormiva, si è accorta della presenza dell'estranea nella stanza ed ha chiesto l'aiuto della mamma. La donna ha immediatamente segnalato il fatto all'infermiera di turno che, a sua volta, ha lanciato l'allarme al posto di polizia dell'ospedale. Gli agenti hanno atteso la Bertelli e l'hanno bloccata mentre tentava di guadagnare l'uscita. Nello zaino che la donna aveva con sé sono stati trovati il computer ed il telefono. Per la 43enne è scattato l'arresto con l'accusa di furto aggravato considerato che si era introdotta in ospedale. Il computer è tornato così tra le mani della ragazzina insieme al telefono cellulare mentre la Bertelli è stata portata in Questura in attesa del processo.


La donna è una vecchia conoscenza delle forze dell'ordine vista la lunga serie di precedenti per furti in abitazione e anche in ospedale, sia nella provincia di Vicenza che in quella di Padova. Tra l'altro, nel giugno dello scorso anno era stata arrestata prima per un colpo in abitazione commesso a Thiene e poi per un altro furto di due telefoni cellulari all'ospedale di Padova. Sempre lo scorso anno era stata bloccata in aprile a Thiene per un altro furto in abitazione. Stessa sorte del 2011 quando era stata fermata dai carabinieri di Arsiero nel Vcentino per aver rubato in un appartamento. Nel 2008, sempre all'ospedale di Padova, aveva preso di mira il reparto di ostetricia ma era stata arrestata in flagranza di reato mentre rubava il portafogli di una paziente.


martedì 23 luglio 2013

Fiat Auto in Olanda? Marchionne: "E' possibile"

MILANO - "La Fiat si riserva di valutare se e in che misura il nuovo criterio di rappresentatività, nell'interpretazione che ne daranno i giudici di merito, potrà modificare l'attuale assetto delle proprie relazioni sindacali e, in prospettiva, le sue strategie industriali in Italia". E' stata la dura reazione della Fiat alle motivazioni con le quali la Corte Costituzionale ha giudicato illegittima l'interpretazione data dall'azienda torinese all'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori.

Una motivazione che non ha mancato di fomentare la voglia del gruppo di allontanarsi sempre più dall'Italia. Di certo che la Fiat stia da tempo ripensando la propria struttura aziendale, dalla sede legale ai siti produttivi, è sotto gli occhi di tutti. Fiat Industrial si è avviata a diventare una multinazionale con testa e piedi all'estero, e la stessa via potrebbe essere seguita anche da Fiat Auto. Il numero uno del gruppo, Sergio Marchionne, avrebbe confidato a un'agenzia internazionale che anche l'Auto sarebbe pronta a trasferire la propria sede in Olanda. L'occasione è fornita dalla fusione del gruppo italiano con la controllata Usa, la Chrysler. Un passo che porterebbe il gruppo a competere con i grandi gruppi internazionali del settore, ma che potrebbe avere duri risvolti in termini occupazionali, di indotto e di entrate tributarie in Italia.

Questa è solo l'ultimo dei ricatti di Marchionne.

SESSO IN AUTO NELLA PIAZZA DEL PAESINO: AMANTI 'FOCOSI' DENUNCIATI NELLE MARCHE

ANCONA - 
Tutto è accaduto in un paesino di meno di 5.000 abitanti, nella provincia di Ancona, Cupramontana.

i due focosi amanti erano in pieno atto sessuale nella loro autovettura incuranti del fatto che fossero in piena piazza e sotto lo sguardo sbigottito dei cittadini..
Ovviamente è seguita una denuncia per atti osceni in  luogo pubblico...

lunedì 22 luglio 2013

ENNESIMO AGGHIACCIANTE FEMMINICIDIO: UCCIDE LA MAMMA E TAGLIA A PEZZI CON SEGA. LE PARTI IN UNA PENTOLA

E' successo a Salerno. Resti trovati dalla Polizia nel frigo.

Orrore a Salerno: 45enne con disturbi psichici uccide e fa a pezzi la madre utilizzando una sega. E' accaduto a Torrione in via Martiscelli. Il giovane in preda ad un raptus si è avventato contro l'anziana madre uccidendola.

L'atroce gesto è poi proseguito con il folle che ha fatto a pezzi la madre con una grossa sega per poi mettere i suoi resti in parte in frigo ed altri in una pentola sul gas. A dare l'allarme una telefonata anonima al 112. La Polizia ha trovato l'uomo nudo sul letto e poi i resti della madre. Sul posto i Vigili del Fuoco, una ambulanza dell'Humanitas e la Polizia testimoni di uno scenario raccapricciante. Il 45enne è stato sedato e ammanettato nel letto di casa sua.

La Polizia ha trovato l'uomo nudo sul letto e poi i resti della madre.

IRINA, 29 ANNI, VIOLENTATA E PICCHIATA DALLA POLIZIA: "MI HANNO UMILIATA IN OGNI MODO"

KIEV - Il suo stupro ha provocato una rivolta popolare, perchè gli artefici della violenza sono stati proprio coloro che dovrebbero evitarla, due poliziotti.
Irina Krashkova è una mamma single di 29 anni che ha deciso di raccontare l'orrore vissuto dall'ospedale dove si trova ricoverata.La donna era uscita la sera e stava tornando a casa dopo una serata in discoteca quando due poliziotti si sono avvicinati, l'hanno costretta a salire in macchina, portata in un bosco, picchiata fino a fratturarle la scatola cranica e infine l'hanno violentata ripetutamente alternandosi.
La donna ha detto di essere stata strangolata, picchiata e insultata dai poliziotti.Il popolo è insorto a tali testimonianze a cui si aggiungono gli scatti della donna visibilmente sotto choc e tumefatta al volto e in testa.
Probabilmente, sono in molti a pensare, che se non si fosse accesa la rivolta popolare il poliziotto sarebbe rimasto impunito. Ad oggi non ha ancora subito condanne ufficiali o provvedimenti e quello della corruzione e dell'illegalità della polizia russa rimane una piaga del paese, denunciano in molti.

sabato 20 luglio 2013

SCOPERTA UNA TECNICA CHE SPEGNE I GENI DELLA SINDROME DI DOWN

(AGI) - Londra, 18 lug. - L'inserimento di un gene potrebbe "imbavagliare" la copia extra del cromosoma 21 che causa la sindrome di Down. Lo sostiene un gruppo di ricercatori della University of Massachusetts Medical School di Worcester, in uno studio pubblicato su Nature. 

Jeanne Lawrence e il suo team hanno inventato un metodo che riproduce il processo naturale di silenziamento di uno dei due cromosomi X portati da tutti i mammiferi femminili. Entrambi i cromosomi posseggono un gene chiamato XIST (il gene della X-disattivazione) che produce una molecola di Rna che riveste la superficie di un cromosoma come una coperta, impedendo agli altri geni di esprimersi. 

Il gruppo di scienziati ha posizionato il gene XIST in una delle tre copie del cromosoma 21 nelle cellule di una persona affetta da sindrome di Down, inerendo poi anche un interruttore genetico che gli ha permesso di accendere il gene XIST. In questo modo, gli scienziati sono riusciti a smorzare l'espressione dei singoli geni lungo il cromosoma 21 che si ritiene contribuiscano ai problemi di sviluppo che si manifestano nella sindrome di Down. (AGI) .

DA PANICO: MASSIMO DI CATALDO PICCHIA LA COMPAGNA E LA FA ABORTIRE.

"Mi aveva già picchiata, ma stavolta non potevo nasconderlo, perché ho perso il figlio che portavo in grembo". La donna picchiata, e che ha scelto Facebook per denunciare la violenza subita dal compagno, il cantante Massimo Di Cataldo, è un'artista visuale, Anna Laura Millacci. La sua denuncia è stata pubblicata ieri su Repubblica.it.


Il suo compagno da tredici anni è il cantante dal viso angelico che nel 1995 vinse la sezione giovani di Sanremo. Anna Laura ha aspettato venti giorni per pubblicare le sue immagini sul social network, poi ha deciso. Ed è stata una valanga di messaggi di solidarietà per lei e di sdegno nei confronti di lui. Adesso, Di Cataldo rischia l'arresto. Il cantante, in serata, ha replicato così su Twitter: "Ho appreso da Facebook cosa sta succedendo e sono sconvolto. Come può una donna, madre di mia figlia, arrivare a tanto, alterando la realtà, solo perché una storia finisce? Farò di tutto per tutelarmi, prima come uomo e poi come artista".

lunedì 15 luglio 2013

"UN AMERICANO SU DIECI USA LO SMARTPHONE ANCHE MENTRE FA SESSO"

NEW YORK - Il telefono è ormai la dipendenza del nuovo millennio, sono pochi quelli che riescono a rinunciarvi e sono molti che lo usano anche in situazioni in cui sarebbe meglio non usarlo.
Secondo uno studio condotto in america, uno su dieci controllerebbe iL proprio smartphone anche mentre fa sesso con il proprio partner e questo colpisce soprattutto la fascia d'età tra 18 ai 35.
Ma gli amanti dei telefonino non si fermano certo alla camera da letto: il 55% degli intervistati usa il cellulare mentre guida, il 19% in chiesa (e, assicura chi scrive, ci si mettono pure i preti durante le omelie), il 33% a cena, il 35% a teatro o al cinema. Un significativo quanto inspiegabile 12% pure sotto la doccia.
Il motivo principale per cui non si riesce proprio a separarsi dal proprio telefono ci sarebbe l'ansia e la paura di perdere telefonate messaggi e non essere sufficientemente informati.

UOMO MORSO SUL PENE DA UN SERPENTE MENTRE ERA SEDUTO SUL GABINETTO

TEL AVIV - Era seduto sul gabinetto mentre faceva i bisogni, quando ad un tratto un serpente è sbucato dall'interno del water e lo ha azzannato al pene.
Fortunatamente il serpente non era velenoso e l'uomo (di cui si sono tenute nascoste le generalità) ha scherzato su ciò che gli era accaduto.

"L'uomo ha chiamato subito il Rambam Medical Center di Haifa(Israele) - commentano i paramedici accorsi sul luogo dell'incidente - L'uomo era di buon umore, nonostante l'incontro piuttosto scomodo con il serpente"

LO SAPEVI CHE IN COREA C’È UN SUPERMERCATO VIRTUALE DOVE TI CONSEGNANO IL TUO CARRELLO ALLA CASSA?

COREA DEL SUD – Il termine virtuale viene utilizzato in ambito informatico per indicare un’oggetto o un mondo non reale ma simulato, cioè frutto di una progettazione tecnica; essa viene generalmente usata nei computer, videogiochi e web, per rendere il gioco, le ambientazioni e la trama più reali possibili.
Oggigiorno, grazie ai progressi nella tecnologia, informatica e matematica, il mondo virtuale si è evoluto, raggiungendo livelli impensabili e occupando un posto sempre maggiore nella nostra società e vita. Addirittura, tale realtà viene impiegata ance nei gesti più quotidiani, come fare la spesa; perché uscire di casa, fare la fila ai supermercati e spendere ore del nostro tempo, quando si può acquistare un prodotto dal nostro divano? In Corea, proprio per venire in contro alle esigenze e richieste della popolazione, è stato inventato il primo supermercato virtuale.

Si chiama Homeplus, la seconda catena di discount del paese, che offre un catalogo di oltre 500 prodotti di elettronica e alimentari da comprare sul web. Si tratta di un vero e proprio negozio, con tanto di scaffali e listino prezzi, con la differenza che, invece di prendere i prodotti e inserirli nel carrello, si possono acquistare con il proprio smartphone usando un codice a barre. Così, scaricando la relativa applicazione sul proprio telefono, basta scattare la foto del codice interessato e inviarla al sito del negozio e voilà! La spesa arriva direttamente a casa tua, imbustata e pronta per essere consumata o riposta nella dispensa. Per quanto riguarda il pagamento, si possono utilizzare sia carte di credito che contanti; un modo semplice e veloce per chi lavora e non ha tempo di fare la spesa. Attualmente solo gli utenti Andriod possono scaricare l’app, anche se Homeplus sta cercando di inserire nella lista anche la Apple.

HA 46 ANNI MA NE DIMOSTRA 20, DONNA COREANA RIVELA LA SUA FONTE DI GIOVINEZZA


COREA DEL SUD – Avete mai visto una donna di 46 anni con un fisico come questo? Il suo nome è Jung Da Yeon, è coreana e non si è mai sottoposta a nessun intervento di chirurgia estetica. Nonostante abbia quasi 50 anni, a vederla sembra che ne abbia poco più di 20: davvero incredibile! Che il suo segreto sia un elisir di eterna giovinezza?Secondo quanto dichiarato da Jung e riportato dal sito Her weight loss diary, il suo fisico è così giovane solo grazie alla sua applicazione e a una questione di fortuna. In ogni momento dell’anno appare sempre in perfetta forma, ed ha anche due gravidanze alle spalle: è dunque una mamma di famiglia, molto attenta sia in cucina che in palestra.
La sua storia ha fatto il giro del mondo grazie al web e grazie a YouTube: la coreana ha deciso di condividere la sua esperienza sia per vanto che per una questione di marketing, dunque per farsi un po’ di sana pubblicità. Ovviamente, sono in tantissimi a dire che è impossibile arrivare a tali risultati senza ricorrere alla chirurgia plastica, ma lei ha sempre giurato che il suo corpo è frutto di risultati naturali.Nei suoi video, è possibile vederla in sessioni di fitness: si è lanciata in quest’avventura esattamente 10 anni fa, quando il suo corpo era ancora molto diverso da com’è diventato oggi. In Corea e in Giappone la chiamano “momjjang ajumma”, che significa “mamma che è diventata sexy”. Che ve ne pare?

LA STORIA DI SIDONIE, LA BAMBINA CHE NON C'È PIÙ, E DEL SUO MESSAGGIO IN BOTTIGLIA TORNATO INDIETRO


Sidonie Fery aveva 10 anni quando a Long Island mise un messaggio in una bottiglia che lanciò in mare. Nel 2010, a 17 anni, Sidonie è morta, cadendo in un dirupo durante un picnic, ma quella bottiglia ha continuato il suo viaggio ed è tornata indietro, a Manhattan, nella casa dove era stato scritto.

La madre lo ha ricevuto da una delle squadre che impegnate nei lavori di bonifica dopo l'uragano Sandy che lo ha trovato e riportato indietro. Nel messaggio, c'erano il numero di telefono di casa, disegni, e un commovente "Be excellent to yourself, dude", citazione dal film preferito di Sidonie quando aveva 10 anni. "E' come se mi avesse detto 'Mamma sono qui'" ha commentato la madre in lacrime quando, lo scorso dicembre, ha ricevuto la telefonata che annunciava il ritrovamento della bottiglia .

NAPOLI, UCCISO DAL PADRE DELLA FIDANZATINA 19ENNE. "NON VOLEVA CHE PARTISSERO INSIEME"


NAPOLI - Ucciso dal padre della fidanzatina 19enne perché contrario alla loro relazione: il cadavere di Vincenzo De Stasio, 25 anni, è stato ritrovato in mattinata in corso Lucci a Napoli, in zona stazione centrale, all'interno di una Fiat Panda.

Era contrario alla relazione di quel giovane con la figlia, che Enzo aveva detto a suo padre che era incinta, e soprattutto al fatto che i due se ne andassero a vivere da soli al Nord: lo ha convocato così per un appuntamento 'chiarificatore' fissato nei pressi della sua abitazione ad Acerra (Napoli) per dirgli che non avrebbe mai acconsentito a che la ragazza lasciasse la casa paterna.
LA CONFESSIONE In poco tempo dalle parole grosse si è arrivati alla colluttazione durante la quale è spuntata una pistola. Dall'arma, una calibro 38 con matricola cancellata che sarebbe stata posseduta dal giovane secondo quanto ha sostenuto l'uomo, sono partiti dei colpi, almeno due secondo i primi accertamenti degli investigatori, che hanno colpito il ragazzo al torace.
Così Andrea Cipolletta, incensurato di 46 anni, autista di autobus del servizio pubblico a Sorrento, ha ricostruito nella caserma di San Gennaro Vesuviano (Napoli) davanti ai carabinieri del nucleo operativo di Nola e al pm della locale Procura, le drammatiche fasi che hanno portato alla morte di Vincenzo De
Stasio, napoletano del quartiere di Marianella, 25 anni, fidanzato della figlia di 19, incensurato anch'egli, solo una segnalazione amministrativa alle spalle.

INUTILE SOCCORSO Poi, sempre secondo il suo racconto, l'ha caricato in auto, la Panda con la quale il giovane si era recato all'appuntamento, per cercare di portarlo in un ospedale di Napoli. Arrivato al corso Lucci, all'ingresso della città, nei pressi della Stazione centrale, si è reso conto che il giovane era morto. È sceso allora dalla vettura, ha chiamato un amico per farsi venire a prendere ed è andato dai carabinieri per costituirsi. In serata il pm della Procura di Nola ha emesso un decreto di fermo per omicidio volontario nei confronti di De Stasio, che è stato trasferito nel carcere di Poggioreale.

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